35. La Maza di Lanuvio

La storia

La Maza era una focaccia legata al culto di Giunone Sospita, divinità molto importante per la città di Lanuvium che a questa dea aveva dedicato un tempio monumentale sull’Acropoli, visitato da tutti i popoli Latini. Nel 338 a.C., quando i Romani sconfissero definitivamente le città della Lega latina, riservarono a Lanuvium un trattamento di favore in cambio di parte dei proventi del ricco Santuario. Le campagne di scavo archeologico e le fonti antiche - in particolare Properzio ed Eliano - hanno consentito di riportare alla luce i resti del tempio monumentale ma soprattutto di ricostruire la storia di un antico rito propiziatorio rivolto al serpente sacro alla dea, a cui ogni primavera alcune vergini lanuvine dovevano portare in dono, in cambio di fruttuosi raccolti, proprio delle maze di farro. Il termine di maza veniva utilizzato dai Greci per descrivere una focaccia, da consumarsi sia da sola che come companatico per altri cibi, i cui ingredienti per l’impasto dovevano essere differenti a seconda dell’occasione di consumo: acqua, olio, miele, latte, farina di farro, orzo, ceci o fave. Non è un caso infatti che le indagini archeologiche lanuvine presso il tempio, hanno messo in luce tracce di fave e ceci cotti, oltre a resti di ovini e caprini. Comprendendo il valore storico dell’antico culto, il Comune ed i produttori lanuvini hanno deciso di recuperare la produzione dell’antica focaccia, diffondendone l’affascinante storia ad essa strettamente collegata. Oggi come allora la Maza viene prodotta con ingredienti semplici quali farina di orzo o farro integrale, acqua, olio extra vergine di oliva e sale, cotta in forno e condita con i prodotti del territorio.

Il prodotto

La Maza, contraddistinta dalla forma rotonda, ha un colore giallo paglierino o ambrato. L’elevata intensità olfattiva si caratterizza per le pronunciate note di cereali e olio abbinate a sentori di tostato. Al gusto si presenta armonicamente salato, con una gradevole nota dolce. Buona croccantezza e media persistenza aromatica.

LA MAZA DEL “CASALE DELLA MANDRIA” DI GIUSEPPE VERRI

Ingegnere e chef, Giuseppe Verri è anche scultore e pittore con più di 80 mostre in attivo e 700 opere. L’attenzione per il mangiar sano, la passione per l’agricoltura ereditati dalla sua famiglia, uniti all’amore per l’arte, gli hanno permesso di dar vita all’agriturismo Casale della Mandria immerso nel verde del comune di Lanuvio. Il sogno, ormai realizzato di Giuseppe, è stato quello di fare dell’agriturismo un centro d’arte, un progetto contadino rivoluzionario realizzato a suon di sculture, installazioni giganti ed un anfiteatro in legno. L’altra grande passione di Giuseppe è poi la cucina. I suoi ospiti possono gustare, oltre all’accuratissima selezione di specialità alimentari del Lazio, i prodotti del Casale: i cereali e gli ortaggi, la pasta fatta con i suoi grani antichi, la birra biologica e da quattro anni anche la Maza. “C'è sempre stata da parte mia una ricerca continua rivolta ai prodotti genuini del territorio ed alla nostra tradizione millenaria” afferma Giuseppe. “Così dopo aver ascoltato dalla voce degli anziani la leggenda del serpente e della Maza ed aver appreso delle ultime ricerche archeologiche presso il tempio, ho deciso di provare a riprodurre la ricetta latina.” E aggiunge sorridente: “Ho fatto tanti tentativi, poiché all'inizio il prodotto era immangiabile. Alla fine, riadattando la ricetta ai gusti odierni, sono riuscito a ricreare un prodotto digeribile ed eccellente da un punto di vista gustativo, oltreché molto simile al passato”. E conclude: “Ed oggi posso considerare la Maza un’altra opera d’arte!”.

Produttori e Rivenditori