


25. Cerasa Sabina di Palombara Sabina
La storia
La Cerasa è un prodotto di eccellenza del territorio di Palombara Sabina, un piccolo borgo medioevale sorto ai piedi del monte Gennaro e caratterizzato dalla forma a spirale che sale verso il castello fatto edificare dalla famiglia Savelli. La leggenda narra che la coltivazione della ciliegia fosse già nota nel XIII secolo a Palombara quando gli abitanti regalarono all’allora Papa Onorio IV, durante il suo soggiorno presso il castello, un cesto di cerase di stagione. Da allora nacque l’usanza di offrire ogni 25 aprile ad altri pontefici il prezioso frutto sabino, chiamato comprensibilmente “Cerasa del Papa”. La coltivazione delle ciliegie si diffuse già ai tempi dello Stato Pontificio sulle colline della Romagna, dove si diede vita ad un processo di specializzazione produttiva protrattosi fino ai nostri giorni. A fine ‘800, una varietà di ciliegia proveniente proprio dal ravennate, fu sperimentalmente trapiantata nella Sabina romana e trovò nel clima dolce di questo territorio, a monte delle anse del Tevere, il suo habitat ideale. La certezza storica che la Ciliegia Ravenna della Sabina, detta anche “Ravenna del Papa”, sia coltivata sul territorio da oltre cento anni è data dalla presenza di piante ormai secolari sui terreni del paese e dalla tradizione documentata sin dal 1933 della sagra dedicata dagli abitanti a questo dolce frutto. Di questa prima edizione rimane traccia su un articolo del “Messaggero” di quell’anno e su due locandine della “Festa delle Cerase” del 1936 e del 1937. Ancora oggi, la sagra che si tiene tra la prima o seconda domenica di giugno con una grande sfilata di carri allegorici ispirati al tema del frutto, è di grande richiamo per tutti i golosi che in quell’occasione possono degustarne le due varietà, la precoce e la tardiva.

STEFANO RESTANTE E L'ORGANIZZAZIONE DELLA SAGRA DELLA CERASA
“La Sagra della Cerasa, che vanta il primato di essere la più antica d'Europa, prevede ogni anno una sfilata di carri allegorici costruiti, almeno due mesi prima, dai mastri carristi secondo le varie tecniche tradizionali tramandate di generazione in generazione, quindi rivestiti da appassionati ragazzi palombaresi con fiori di campo e ciliegie. L’obiettivo di ciascun carro” - continua Stefano Restante - “è aggiudicarsi il titolo di vincitore. I partecipanti infatti sfilano davanti alla giuria, mettendo in scena delle tematiche dal valore storico o sociale, ma sempre legate alla cerasa protagonista”. Le figure allegoriche immancabili durante la sagra sono le cerasare, ovvero le donne del paese che sfilano insieme ai carri indossando i bellissimi costumi tradizionali. Stefano ha voluto poi ripristinare l’uso delle ciarrocche, canne di bambù della lunghezza di circa 50 centimetri alla cui estremità sono legate delle ciliegie e che vengono portate a mo’ di scettro dalle stesse cerasare. Infine, raccontando del Festival cinematografico della Cerasa organizzato tanti anni fa in concomitanza della sagra, svela un curioso aneddoto su un regista giapponese che, ricevendo come premio un cesto di ciliegie, continuava ad apprezzarne l’aspetto estetico, ripetendo “belle, belle”, senza comprenderne invece la forza gustativa, sottolineata dai palombaresi con l’aggettivo “buone, buone”.


