


10. Gran Cacio di Morolo
La storia
La produzione del Gran Cacio di Morolo risale all’inizio del secolo scorso, e più precisamente al 1933, quando in un’antica casa padronale ai piedi dei Monti Lepini, Pietro Scarchilli diede origine all’omonima azienda ed alla ricetta di questo pregiato formaggio. A reclamarne l’origine è dunque l’antico borgo di Morolo, fondato nel 210 a.C. a seguito della disfatta dei Ferentinesi da parte di Annibale. Il borgo è citato anche nella bolla di Papa Urbano II del 1088 con cui il vescovo di Anagni riceveva in possesso l’Oppidum Morolum. La produzione di questo formaggio vaccino è caratterizzata da una lavorazione rigorosamente artigianale - come la tecnica di affumicatura attraverso trattamento in camere apposite - e dall’impiego di strumenti tradizionali, quali la mastella di legno. Anche gli ingredienti utilizzati rispettano rigorosamente l’antica ricetta: il latte proveniente unicamente da allevamenti di vacche situati nella provincia di Frosinone e Latina, il caglio di vitello ed il sale marino. Ogni singolo prodotto è realizzato a mano in tutte le varie fasi di produzione: dalla cagliata, alla filatura, dalla formatura alla salatura in soluzione di sale integrale. Dopo qualche giorno, il prodotto viene affumicato, a bassa temperatura, mediante la combustione di trucioli di faggio, quindi stagionato fino ad un massimo di 18 mesi.

Il prodotto
Il Gran Cacio di Morolo è un formaggio vaccino affumicato a pasta filata dalla caratteristica forma a caciocavallo e stagionato, a seconda della pezzatura, dai 5 ai 18 mesi. La crosta sottile, liscia e di colore marrone più o meno intenso, racchiude una pasta di colore giallo paglierino. Al naso spiccano le note di lattico cotto accompagnate da sentori di vegetale cotto, frutta secca e affumicato. Al gusto si presenta leggermente dolce ed acido, mediamente salato e con una leggera nota amarognola dovuta all’affumicatura. Buona solubilità e persistenza aromatica.
MOROLO: UN SUGGESTIVO BORGO SULLE PENDICI DEI MONTI LEPINI
Il piccolo borgo di Morolo, dalle origini antiche collegabili ai tempi dei Romani, conserva un impianto medievale risalente al XIII secolo quando fu dominata dalla ricca famiglia romana dei Colonna.
La parte alta merita sicuramente una passeggiata tra il dedalo di vicoletti e le viuzze saliscendi ed uno sguardo attento a portali e piazzette fino alla scenografica Collegiata di Santa Maria databile alla metà del ‘600. In posizione dominante su tutto il borgo e circondato dal verde è il Castello, strettamente legato alla vicende della famiglia Colonna, di cui restano importanti resti.
La grande Chiesa di Santa Maria Assunta, costruita nel 1642, con i due campanili laterali che ne segnano l’ingresso, conserva una porta bronzea ed al suo interno una pregevole statua di San Francesco orante. Mentre le sei cappelle laterali sono impreziosite da affreschi e decorazioni raffiguranti San Giacinto di Cracovia, Sant’Agata, San Carlo Borromeo e San Francesco. All’interno della Chiesa del cimitero, chiamata Madonna del Piano, c’è invece uno splendido affresco di Madonna con Bambino del 1640. Alle opere del passato si aggiungono poi i più moderni murales, opere degli artisti Mario Rosati e Mario Fiaschetti, che decorano le facciate di numerosi edifici, dedicati al tema dell’emigrazione. Fuori dal borgo, infine, sono conservati resti archeologici, tra cui tratti di antiche mura poligonali in contrada Casali e resti di ville romane in contrade Cona, Colle della Corte, Fontana del Muriglio e Madonna del Piano.


