Lo stringozzo talocciano è la tradizionale pasta fresca tipica di Talocci, frazione di Fara in Sabina, storico borgo di origini medievali arroccato sul Colle Buzio, situato tra i Monti Sabini e la Valle del Tevere, in provincia di Rieti e noto per custodire nel suo territorio la monumentale Abbazia di Farfa. La sua ricetta nacque trentadue anni fa, per volontà di un gruppo di amici trentenni, appartenenti alla Proloco Talocci che dopo vari tentativi trovarono la ricetta perfetta per questa specie di spaghettone dalla forma quadrata e si prodigarono per realizzare la prima sagra a Talocci, ad esso interamente dedicata. La sua ricetta è realizzata con ingredienti semplici quali acqua, farina di grano tenero, olio extra vergine di oliva e uova. L’impasto ottenuto viene trafilato in bronzo direttamente in acqua bollente salata, tramite un’apposita pressa ideata e progettata dalla stessa Associazione Protalocci. Se ne ottiene un formato di pasta che si contraddistingue per il taglio quadrato che ricorda quello delle stringhe di cuoio che si utilizzavano un tempo come lacci per scarpe, da cui potrebbe provenire il nome. Dopo brevissima cottura di soli uno o due minuti, la pasta viene scolata quindi condita con un ragù tipico e di lunga lavorazione composto da prodotti del territorio, ovvero pomodoro, guanciale e carne mista. Il piatto deve essere consumato caldo aggiungendo, a piacere, parmigiano o pecorino. Ancora oggi, dopo tanti anni, a Talocci nella prima settimana di luglio si tiene la Sagra degli Stringozzi in cui è possibile gustare questo primo piatto tradizionale.
Lo Stringozzo talocciano ha un colore giallo paglierino mediamente intenso ed omogeneo e si contraddistingue per l’alta integrità dopo la cottura. L’elevata intensità olfattiva si caratterizza per le note di cereali, farina e uovo. Al gusto si presenta armonicamente dolce con una leggera nota salata. Buona la consistenza e l’elasticità.